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Biografia di Edoardo Bennato
Edoardo Bennato nasce
a Napoli il 23 luglio 1949 nel quartiere popolare dei Campi Flegrei,
alla periferia ovest della città, accanto ai cantieri
Italsider. Primo dei tre fratelli a manifestare interesse per la
musica, viene spinto dalla madre a prendere lezioni da un
fisarmonicista. Frequenta il liceo artistico, si trasferisce a Milano
e si laurea in architettura mentre viene sempre più attratto
dal rock e dal folk di protesta. Infatti, i suoi primi album sono una
sorta di manifesto della rivolta giovanile. Nel 1966 esordisce con
il 45 giri Era solo un sogno/Le ombre, pubblicato
dall'etichetta Parade. Nel 1968 firma un contratto con la allora
etichetta emergente Numero Uno, e dopo la pubblicazione dei tre 45
giri intitolati Marylou/La fine del mondo, 1941/Vince
sempre l'amore e Good bye Copenaghen/Marjorie, incide nel
1973 il suo primo album, Non farti cadere le braccia, con la
produzione di Alessandro Colombini e la collaborazione di Roberto De
Simone, Patrizio Trampetti e di suo fratello Eugenio Bennato. Già
con questo primo 33 giri, Edoardo Bennato ci ha regalato dei classici
del pop “made in italy” come: Rinnegato,
Una settimana... un giorno... e la malinconica Un
giorno credi, canzone questa, che colpisce il pubblico dei
suoi primi concerti, nei quali Bennato si presenta come un folksinger
da strada, (cioè uno “one-man-band” con chitarra,
armonica a bocca, tamburo legato alla caviglia e azionato con la
gamba), ottenendo da subito un gran successo. Inoltre in questo LP,
il sound partenopeo dell'artista non comprende l'uso del dialetto e
nei testi appare una forte dose d'ironia: in questo modo l'immagine
pittoresca di Napoli viene sostituita da quella che mostra la
corruzione e il degrado del Sud Italia di quegli anni; ciò in
particolare lo si denota in Campi Flegrei o nella
battagliera Non farti cadere le braccia. L'album I
buoni e i cattivi, pubblicato nel 1974, deride la categoria dei
borghesi e dei benpensanti, la quale, secondo Bennato, nasconde una
dittatura culturale da cancellare; la vena polemica di questo 33
giri, è accentuata dagli stessi titoli dei brani in esso
contenuti: Ma che bella città, Arrivano i
buoni, Salviamo il salvabile, Bravi
ragazzi o la famosa In fila per tre. Nel
1975 esce l'LP, Io che non sono l'imperatore, dove appaiono la
famosa Meno male che adesso non c'è Nerone,
Signor censore e Affacciati affacciati, una
feroce satira sul Papa, insolita anche per quegli anni di
contestazione. La produzione di Edoardo Bennato, che negli anni
successivi si distingue per una migliore qualità musicale,
sempre curata dal produttore Colombini, è concepita in chiave
monografica ed è spesso ispirata agli stereotipi delle favole,
da Pinocchio a Peter Pan. Gli album La torre di Babele (1976),
Burattino senza fili (1977), Uffà! Uffà! (1980), Sono
solo canzonette (1980) mantengono comunque inalterato il messaggio
originale dell'artista. In particolare c'è da dire che di
questi 33 giri, gli ultimi due, escono entrambi nel 1980 a distanza
di soli quindici giorni l'uno dall'altro, un avvenimento senza
precedenti nella storia del cantautorato italiano, arrivando a
vendere quasi un milione di copie e rimanendo entrambi ai primi posti
delle classifiche per molte settimane; in quel periodo la popolarità
di Edoardo Bennato viene misurata da un concerto allo Stadio di San
Siro a Milano davanti a 70000 persone e successivamente in un tour
europeo, con esibizioni all'Hallenstadium di Zurigo e al Prater di
Vienna. Nell'album La torre di Babele, uscito nel 1976, si
riscontra sempre una forte critica sociale, come nella canzone
Franz è il mio nome – storia di un procacciatore
di passaggi clandestini verso l'ipotetica libertà di Berlino
Ovest – ma è nella struggente ballata Venderò
che si ritrova il carattere di Bennato, dove egli dichiara di essere
disposto a vendersi qualunque cosa, dalle scarpe alla propria pazzia,
anche se, come recita la canzone: “ogni cosa ha il suo
prezzo, ma nessuno saprà, quanto costa la mia libertà”.
Sempre in questo album è inciso un altro brano simbolo di
quegli anni, Cantautore, una ballad fortemente
autobiografica dove il musicista diventa il clown di turno, come un
burattino manovrato da altri. L'idea dell'artista manipolato dai
cattivi di turno, viene ripresa nell'album concept, Burattino
senza fili, pubblicato nel 1977, uno dei suoi dischi più
popolari, che ripercorre la favola di Pinocchio, nel quale il
cantautore stesso si immedesima; le canzoni più famose di
questo LP sono Quando sarai grande e Il gatto e
la volpe, una canzone molto divertente e piena di ironia, che
riesce però a far riflettere, non per niente è ispirata
alla storia del gatto e della volpe che con parole lusinghiere e
altisonanti ingannano l'ingenuo burattino. Nell'altro
“album-favola” di Edoardo Bennato, Sono solo
canzonette, uscito nel 1980, ritroviamo nelle metafore delle
canzoni, la storia di Peter Pan. Questo 33 giri rappresenta quel
bisogno di utopia che caratterizza gran parte della produzione del
cantautore, e chiude in qualche modo il periodo creativo più
felice della sua carriera. Da segnalare in questo disco, alcune delle
più belle canzoni di Edoardo: Il rock di Capitan Uncino
– che con la metafora della favola, prende in giro e
ridicolizza chi usa la violenza e il terrore per dimostrare o imporre
le proprie idee –, Sono solo canzonette –
una canzone satirica nei confronti del potere e dei politici sempre
pronti a sostenere con ipocrisia e per puro opportunismo, chi può
dar loro un buon ritorno di immagine –, L'isola che non
c'è – una delle più belle canzoni della
nostra musica leggera, un brano poetico e confidenziale che aiuta a
riflettere sulla stupidità della guerra, della violenza,
dell'ipocrisia e ci invita a trovare o se vogliamo a costruire, da
soli, la nostra isola che purtroppo non c'è –. Negli
anni 80 la carica polemica dell'artista si ammorbidisce, le melodie
si fanno più accattivanti e compaiono le prime raccolte,
spesso segno di stasi creative, nonostante l'attività di
Bennato approdi anche in Inghilterra dove una sua antologia esce nel
1983. Sempre nell'83 pubblica l'album E' arrivato un bastimento
– ispirato alla favola del pifferaio magico, prodotto da
Garland Geffreys e mixato al Power Station di New York – che
contiene la famosa Ogni favola è un gioco. Dopo
aver pubblicato nel 1984 la raccolta E' goal! Edoardo Bennato
live!, il cantautore incide nel 1985 l'album dal sound
elettronico Kaiwanna e due anni più tardi nel 1987 il
33 giri Ok Italia, dove deride il potere politico e celebra
l'inventiva napoletana, in questo album oltre all'omonima canzone
riscuote un buon successo radiofonico anche il brano Tu vuoi
l'America. Sempre nell'87, esce Edoardo live, un
doppio LP dal vivo e nel 1988 Il gioco continua, una breve
compilation costituita da soli 5 brani tra vecchi e nuovi. Nel
1989 Edoardo Bennato torna a catturare l'interesse del grande
pubblico, con il disco di inediti intitolato Abbi dubbi,
monopolizzando le programmazioni radiofoniche dell'estate '89 con
l'hit-single Viva la mamma, un gradevole rock'n'roll anni
Cinquanta; ma in questo album ci sono anche altri brani degni di
nota, come la sarcastica Vendo Bagnoli – dedicata
con affetto alla sua città d'origine – e La luna –
con la quale, a 20 anni dal primo passo dell'uomo sul nostro
satellite naturale, Bennato celebra la Luna in maniera diversa, e
cioè non come una conquista scientifica e tecnologica
dell'uomo, ma come un simbolo romantico e poetico che ha sempre
ispirato l'animo umano –. Gli anni 90 si aprono per Edoardo
Bennato con la raccolta, Edo rinnegato, anche se, proprio nel
1990, incide su musica di Giorgio Moroder, cantando in duetto con la
rocker Gianna Nannini, il successo intitolato Un'estate
italiana, inno dei Campionati Mondiali di Calcio di “Italia
90”. Da qui in poi l'artista uscirà dallo stile della
rock-ballad per sperimentare altre strade. Nel 1992 pubblica a
poche settimane di distanza l'uno dall'altro gli album Il paese
dei balocchi e, completamente in dialetto, E' asciuto pazzo 'o
padrone, dove Bennato, accompagnato dalla band dei Blue Stuff,
denuncia pesantemente la tangentopoli napoletana. Dopo il
video-album antologico Persone pulite, nel 1994 esce il CD Se
son rose fioriranno, in collaborazione con il produttore
artistico Guido Elmi, un lavoro molto più melodico dei
precedenti nel quale l'artista si batte contro le mentalità
secessionistiche che attraversano il nord del Paese. Il 1995 è
l'anno di Le ragazze fanno grandi sogni, pubblicato in un
momento delicato della vita del cantautore, uscito illeso da un grave
incidente stradale. Dopo la parentesi di Quartetto d'archi
(1996), dove l'artista ripropone in chiave più classica i suoi
successi, esce nel 1998 l'album Sbandato, dopo una lunga fase
di preproduzione tra Napoli e Dublino. L'album viene registrato tra
il dicembre del 1997 e l'aprile del 1998, negli studi Megaride di via
Santa Lucia, nel cuore di Napoli. Dodici brani più una traccia
interattiva video, in cui figurano le varie fasi della preparazione
dell'album, tra Napoli e l'Irlanda. Chitarre acustiche ed elettriche,
una solida ritmica di basso e batteria senza campionature
elettroniche, e gli archi dell'Orchestra Scarlatti di Napoli. Dopo
Sembra ieri, pubblicato il 29 settembre 2000, raccolta di
successi con tre brani inediti – Si tratta dell'Amore,
Sembra ieri che ottengono entrambi un buon riscontro
radiofonico e Taraunta Tatà – esce il 1°
giugno 2001 il doppio CD Afferrare una stella, l'ennesima
compilation che però diventa uno dei successi dell'estate,
anche per il fatto che alcuni dei brani in essa contenuti, sono la
colonna sonora di un fortunato spot pubblicitario. Nel novembre
del 2001 pubblica il singolo Puramente casuale, tratto
dalla colonna sonora di Il Principe e il pirata, il film del
toscano Leonardo Pieraccioni uscito nel Natale 2001 e le cui musiche,
composte da Bennato, vengono poi inserite in un album pubblicato nel
medesimo periodo. L'anno dopo il brano Lo stelliere, che
vince lo Zecchino d'Oro 2002, lo vede tra gli autori. Nel 2003
pubblica L'uomo occidentale anticipato dal singolo Stop
America – una sua visione romantica ma disincantata di
un'America un po' idealizzata, che ora non ritrova più, e che
egli ama per la musica inventata dagli artisti che vi sono nati –
fra i brani di questo album sono presenti due tributi, uno a Renato
Carosone con 'O Sarracino ed uno a Elvis Presley con
Love me;
nel CD in questione è degna di nota anche la spensierata
Ritorna l'estate, hit radiofonico dell'estate
2003. Edoardo Bennato è senza dubbio un artista di valore
indiscusso, artefice di un mix di ironia, favola, utopia e ideali,
amante del rock'n'roll delle origini e caposcuola del cantautorato
folk, che unisce la struttura popolare della ballata al testo di
denuncia e alla canzone di protesta.
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